Le stanze
Dall'ottobre del 1975 al settembre 1976 Pistoletto realizza, all'interno dei nuovi spazi della Galleria Christian Stein di Torino (tre stanze collegate da altrettante porte allineate sullo stesso asse e di dimensioni simili a quelle dei Quadri specchianti) dodici mostre consecutive, una al mese, ciascuna preannunciata da un testo dell'artista. Questo ciclo di mostre costituisce il primo di quelli che verranno definiti “continenti di tempo”, concepiti come “incontro con gli altri nella dimensione del tempo, intesa come accoglimento degli avvenimenti della vita, estesa operativamente come ciclo di azioni in luoghi e fra persone diverse. Dalla propria famiglia agli studenti con cui ha costante rapporto di collaborazione, dalla gente di un villaggio a quella della grande città” (Bruno Corà). I successivi saranno Anno Bianco (1989) e Tartaruga felice (1993). A questo specifico aspetto dell'opera di Pistoletto sarà dedicata la mostra “Continenti di tempo” presso il Musée d'Art Contemporain de Lyon nel 2001.
Nel lavoro di Pistoletto è peraltro ricorrente l’articolazione di processo creativo e dimensione temporale. Si possono ricordare ad esempio, oltre a quelli citati in altri punti di questa cronologia: Tutte le donne, presso la Galleria dell’Ariete di Milano, nel 1970, durante il mese della mostra Pistoletto e Maria Pioppi dipingono le tele bianche inizialmente esposte in galleria; Il tempo dello specchio, al Magazin di Grenoble nel 1986, nel mese della mostra Pistoletto ricopre totalmente di segni neri le pareti dello spazio espositivo - 680 metri quadri - utilizzando cocci di carbone ligneo.
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 MICHELANGELO PISTOLETTO
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