Tartaruga felice |
Invitato alla Documenta di Kassel del 1992, Pistoletto, nel corso di un sopralluogo nel luglio del 1991, sceglie come luogo espositivo un negozio dismesso di fronte all'ingresso del Museum Fridericianum, sede principale della mostra. Decide quindi di chiamare la sua intera attività artistica a partire da quel momento, per la durata di un anno, Tartaruga felice. Un “continente di tempo” costituito dai trenta luoghi in cui egli trasferirà man mano, metaforicamente, la sua casa come una tartaruga. La mostra di Kassel conclude questo percorso con un'installazione che evidenzia l'intrecciarsi di dimensione pubblica e privata nel suo lavoro. All'interno del suo spazio espositivo, ben visibile dall'esterno attraverso le due vetrine, si trovano infatti, da un lato della sala l'Autoritrattro attraverso mio padre (1933-1973) e un divano, dall'altro sua figlia Cristina, seduta ad un tavolo, che esegue una propria performance, Mouthpiece, durante la quale canta alcuni brani di giornale mentre mangia un piatto di riso. La sala è tagliata in due da una costruzione in pietra simile a un'antica strada romana, che partendo dalla porta principale, lasciata aperta, arriva fino al fondo del negozio dove è collocato L'etrusco (1976), copia della statua tardo-etrusca in bronzo detta L'arringatore, con il braccio teso in avanti a toccare uno specchio che riflette la sua immagine e, in questo caso, il Fridericianum. |
MICHELANGELO
PISTOLETTO |
Opere
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