La fotografia è uno strumento costantemente utilizzato da Pistoletto, dal 1962 ad oggi, per la realizzazione dei Quadri specchianti, alla cui sezione di questo sito si rimanda per le ragioni e le modalità del suo utilizzo in tal senso. Nel corso degli anni Settanta Pistoletto realizza invece una serie di azioni e opere in cui viene specificamente indagata la fenomenologia del processo fotografico.
Nel 1973 realizza Autoritratto di stelle, opera costituita dalla silhouette del corpo dell'artista, ottenuta a partire da una fotografia stampata a dimensione reali, riempita da un'enorme quantità di stelle, tratte dalla fotografia di una galassia scattata da un telescopio del celebre osservatorio astronomico di Monte Palomar. L’opera presenta un'unione di microcosmo e macrocosmo, individuo e universo, finito e infinito, vuoto e pieno, istante testimoniato dallo scatto fotografico ed eternità cui rimanda la vita delle stelle, attivando quella dinamica di polarità opposte che l’artista ha individuato con i Quadri specchianti e che rimane una costante nel suo lavoro e nella riflessione teorica.
Nel 1975 realizza Il contadino, opera costituita da otto pannelli nei quali sottopone una fotografia a successivi interventi fisici, pittorici e di riproduzione fotografica. Per un’analisi dell’opera si rimanda al testo omonimo scritto da Pistoletto in occasione della sua prima presentazione, tenutasi alla Künstlerhaus di Graz nel 1975.
Sempre nel 1975 realizza La conferenza e Raggi di persone. Nella prima un conferenziere e il suo pubblico, costituito da venti persone, si fotografano a vicenda. Il conferenziere ottiene un’unica foto di un gruppo di venti persone. Queste ottengono venti diverse foto della stessa persona. In Raggi di persone, invece, venti persone, disposte in una stanza, si fotografano reciprocamente. Le venti fotografie così ottenute vengono esposte, all'altezza degli occhi, lungo le quattro pareti di una sala, documentando lo sguardo simultaneo di tutti i partecipanti. La conferenza e Raggi di persone rappresentano per Pistoletto due modalità opposte di relazione. La conferenza “è la fotografia del potere: tutto il pubblico si concentra nella persona dell’oratore, mentre la persona dell’oratore si moltiplica per quante sono le persone del pubblico. Il conferenziere può essere chi parla in nome di dio e il pubblico tutta la gente inginocchiata di fronte a dio. Il conferenziere può essere il dittatore e il pubblico può essere il popolo che lo ascolta. In questo caso è chiaro come il rapporto tra i due elementi, concepito politicamente, produca una condizione di dominanza e assoggettamento. Ben diversa è l’attitudine democratica, che si esprime nella volontà, esercitata da ogni persona, di comprendere ed essere compresa da ogni altra, come rappresentato in una mia opera in cui tutti si fotografano a vicenda. In tal senso si genera un fenomeno a catena di proiezioni e comprensioni reciproche. L’effetto trinamico del rapporto interpersonale si irradia così nella società producendo una democrazia diffusa e omniteista.”
(Pistoletto, Ominiteismo e democrazia, Chiarelettere, 2017, pp. 76-77)
Nel 1977 realizza Gli spettatori: il 26 gennaio circa quaranta persone sono invitate ad una sua mostra alla Galleria Giorgio Persano di Torino e vengono fotografate mentre guardano verso l'obiettivo. Questa foto viene pubblicata sul notiziario informativo della Samangallery di Genova col titolo Gli spettatori, accompagnata da un breve testo di Pistoletto. Gli spettatori della mostra, diventati parte di questa nuova opera, possono così vedersi guardare, spettatori di sé stessi.
Il 7 giugno dello stesso anno, nell’ambito degli Incontri internazionali d'arte, a Palazzo Taverna a Roma, realizza la performance Dietrofront. In uno spazio espositivo in cui non è presente alcun oggetto, viene strappato un pezzo di stoffa e diviso fra i presenti, che sono invitati a usarlo per bendarsi gli occhi. Dopo alcuni minuti, durante i quali vengono oscurate le finestre e spenta la luce, affinché anche l'obiettivo fotografico che avrebbe potuto documentare l'evento rimanga cieco, l'azione termina. All'esterno dell'edificio è stato simultaneamente collocato, vicino ai bidoni della spazzatura, un foglio da disegno, illuminato e recante la scritta "Lavora per i posteri. Che la tua opera non sia visibile oggi."
Nell’ottobre del 1977, presso la Samangallery di Genova, realizza una mostra intitolata L’alto in basso, il basso in alto, il dentro fuori. All’interno della galleria sono collocate sedie e tavoli, le cui gambe, allungate mediante lunghi rami, arrivano a sfiorare il soffitto, mentre una lampadina scende fino a sfiorare il pavimento. Sulle pareti della galleria invece non sono esposte opere, ma le stesse pareti e gli stessi interni della galleria sono fotografati e le fotografie, stampate su tela, sono esposte su una bancarella collocata all’esterno.
Al ruolo della fotografia nell’opera di Pistoletto è stata dedicata un’ampia mostra retrospettiva, intitolata Michelangelo Pistoletto e la fotografia, presentata nel 1993 alla Fundação de Serralves di Porto e al Witte de With Art Centrum di Rotterdam, al cui catalogo si rimanda per un approfondimento di questo aspetto del suo lavoro.