Nel 1977 Pistoletto colloca uno specchio sull'altare della Chiesa di San Sicario, paese montano dove periodicamente risiede. Una fotografia di quest'azione viene utilizzata nel marzo del 1978 per il manifesto e la copertina del catalogo di una sua mostra, presso la Galleria Persano di Torino, intitolata Divisione e moltiplicazione dello specchio. L’arte assume la religione. Attraverso le opere esposte in questa mostra, le azioni e le discussioni con il pubblico svoltesi durante l'inaugurazione e due suoi testi pubblicati sul catalogo, Pistoletto annuncia e presenta due fondamentali direzioni in cui si svilupperà il suo lavoro.
La prima, denominata Divisione e moltiplicazione dello specchio, nasce dalla constatazione che lo specchio può riflettere qualsiasi cosa tranne se stesso. Dividendo però lo specchio in due parti e spostando progressivamente le due metà poste a formare un angolo lungo l'asse della loro divisione, l'immagine dello specchio si moltiplica. Questo fenomeno è alla base di una serie di opere ed attività dell'artista nelle quali il principio della suddivisione si manifesta come fondamento universale di ogni sviluppo organico e, sul piano sociale, della condivisione come logica alternativa a quella dell’accumulazione e dell’esclusione.
La seconda direzione, L'arte assume la religione, costituisce una prima attribuzione di centralità all’arte rispetto ad altri ambiti del sapere e dell'agire umano, che Pistoletto svilupperà in seguito con Progetto Arte (1994) e con la fondazione di Cittadellarte negli anni Novanta. Al tempo stesso è l'inizio di una riflessione sulla spiritualità che verrà ripresa e approfondita in diverse sue opere e testi successivi.
“Sono intervenuto tagliando lo specchio insieme alla cornice in cui lo avevo posto, così le due mezze parti della cornice, rimanendo attaccate ai due specchi, testimoniavano l’unità da cui questi derivavano. Una serie di lavori ed operazioni sullo specchio tagliato sono proseguite in vari luoghi e circostanze, da Corpus Christi negli USA [in occasione di una visita a Cathleen Gallander, direttrice dell'Art Musem of South Texas, nel novembre del 1977] ad Aalborg in Danimarca [in occasione di una mostra personale al Nordiyllands Kunstmuseum nel febbraio del 1978]. Contemporaneamente procedevano gli interventi della “Collaborazione” iniziata nel 1967 col manifesto di apertura del mio studio, in questo modo si delineavano i paralleli tra una parte teorica del mio lavoro e una parte pratica. La parte teorica è rappresentata dallo specchio e la parte pratica è costituita dalla collaborazione. La mia individualità paragonata all’unicità dello specchio si divide e si moltiplica nella creazione a due. […]
A San Sicario ho collocato uno specchio al posto del quadro che stava nella cornice barocca sull’altare della Chiesa. Infatti, come avevo sostituito all’inizio degli anni Sessanta lo specchio alla tela, sulla parete della casa, della galleria d’arte e del museo, ora ho sostituito con lo specchio la tela che sta sull’altare. […] Al principio del nostro secolo, l’arte ha ritrovato la propria autonomia (con le avanguardie storiche) cessando di rappresentare le immagini del potere religioso e politico, ma è rimasta distante dalla gente perché l’autonomia ha raggiunto soltanto l’aspetto estetico. È venuto ora il momento di dare all’arte la sua autonomia anche in senso pratico. […] L’arte assume la religione vuol dire che l’arte fa dichiaratamente propria quella parte rappresentata dalle strutture che amministrano il pensiero (come la religione).
Questo non per sostituirsi a esse ma per sostituire a esse un diverso sistema di interpretazione destinato a estendere nella gente la capacità di esercitare autonomamente le funzioni del pensiero.”
(M. Pistoletto, Divisione e moltiplicazione dello specchio - L'arte assume la religione, Galleria Persano, Torino 1978)
Dall’aprile del 1978 Pistoletto è ospite per un anno a Berlino del DAAD (il servizio di scambio accademico tedesco). Durante questo soggiorno la Nationalgalerie allestisce una sua mostra installando un gruppo di Quadri specchianti tra le opere della collezione permanente, mentre altri tredici suoi lavori sono disseminati in altrettanti luoghi pubblici della città. Oltre ai luoghi annunciati ufficialmente Pistoletto realizza una mostra, intitolata Un'isola nel tempo, anche nel settore Est della città, presso la galleria Schweinebraden. All'inaugurazione di questa mostra dall'altro lato del muro che divideva all'epoca la città, Pistoletto si presenta indossando un abito da gentiluomo del diciassettesimo secolo. Qui espone l'opera La conferenza (1975) e disegna l'immagine di un ponte, che chiama Ich bin die Brücke (Io sono il ponte) e che diventerà il logo della Creative Collaboration, realizzata da Pistoletto negli Stati Uniti l’anno successivo.