Il giudizio universale a dimensione reale
NNel 1980 Pistoletto trascorre un lungo periodo a Pescara. A settembre, assieme alla propria famiglia, realizza nella galleria Lucrezia De Domizio una mostra preceduta da un’azione, alla quale partecipano anche la gallerista e suo marito, il fotografo Bubi Durini, intitolata La famiglia - Il tavolo del giudizio. In tale occasione scrive due testi: Il giudizio universale a dimensione reale e La famiglia.

“L'arte, la scienza e la religione erano una cosa sola per Michelangelo Buonarroti quando dipingeva il Giudizio Universale e progettava la cupola di San Pietro. Ma il suo Giudizio Universale era contenuto nel breve spazio del muro di una cappella e la cupola di San Pietro era la più alta realizzazione dell'ingegno umano di quel tempo. Oggi la cupola che rappresenta il più alto livello dell'ingegno umano si estende nello spazio tra le stelle, quindi il Giudizio Universale dell'arte deve essere ora a dimensione reale. [...] Al centro ora non c'è più un punto ma uno specchio. Non c'è più un punto lontano rappresentato dal dio delle religioni, ma uno specchio che ci ridà la nostra immagine da vicino. E non è più un punto di vista prospettico che indica il raggiungimento del progresso tecnico-scientifico, ma è uno specchio che apre subito tutto lo spazio [...] Io lavoro ora per tenere, a ogni costo, aperto il varco dello specchio. Senza quel buco speculare l'arte viene spinta ai bordi da ogni altra forma di potere e ne diventa la decorazione, e in più, anche responsabile degli errori.”
(M. Pistoletto, Il giudizio universale a dimensione reale, Galleria Lucrezia De Domizio, Pescara 1980)
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La famiglia, 1980
Il tavolo del giudizio, 1980
 MICHELANGELO PISTOLETTO
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